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Napolitano: "Amicizia e rispetto: vinciamo così"

Intervista a Carmine Napolitano, capitano e anima delle Fiamme Azzurre, fresche vincitrici della Coppa Italia a squadre di calcio da tavolo Subbuteo.

Le Fiamme Azzurre sono alla 23esima vittoria consecutiva in incontri federali. Quale è il segreto?

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Carmine Napolitano, capitano delle Fiamme
"Perdere una finale di Champions è una sensazione bruttissima. Sentirsi dire che non c’era stata partita per noi è stato un motivo di sfida e grande voglia di rivincita. Da allora affrontiamo tutti con grande umiltà e determinazione, cerchiamo sempre di curare tanti aspetti dei nostri avversari e soprattutto non sottovalutarli mai. Nel nostro circuito il livello è altissimo e un errore diventa determinante".

Che sapore ha avuto vincere la prima Coppa Italia della vostra storia?

"Una sensazione bellissima avendone già persa una. Vedere i miei amici felici è stato meraviglioso, lo volevamo fortemente ed eravamo determinati nel portare a casa il trofeo, ci siamo riusciti battendo squadre fortissime e questo ci dà una enorme spinta per i prosimi appuntamenti della stagione".

Nella finale con Perugia non sono mancate le polemiche. Ci puoi dare la tua versione dei fatti?

"Tutta colpa dell’avvocato (scherzo) che ci ha messo troppo a prendere gol (Mattiangeli, ndr). Diciamo che è stata una giocata al fotofinish che ha surriscaldato troppo gli animi, compreso me, a causa di una interpretazione iniziale dell’arbitro sbagliata. Avendo visto la giocata in diretta, sapevo della sua regolarità. Ovviamente in una partita così importante e cosi tirata una minima incertezza genera caos in tutti".

Primi a punteggio pieno nell'andata della serie A, primi in Coppa... Ora tutti vogliono darvi la "caccia".

"Normalissimo, ma siamo pronti a cacciare anche noi. Siamo qui apposta, non sottovaluteremo mai nessuno non è nella nostra indole e saremo pronti a contrastare e rispettare i nostri avversari come abbiamo sempre fatto".

Volendo trovare un difetto alla tua squadra, cosa ti viene in mente?

"La signorilità di alcuni miei compagni. Si dimenticano spesso chi hanno di fronte, fanno fatica a distinguere i buoni dai cattivi e i sorrisi sinceri da quelli che non lo sono. Fortuna per loro ci sono io a mettere ordine".

E il pregio più importante?

"Il bene che abbiamo l’uno per verso l’altro. Siamo sempre disponibili tra di noi, viviamo la nostra amicizia nella vita quotidiana e il calcio da tavolo è il coronamento del nostro rapporto".

Campionato a parte, quali sono gli obiettivi principali da qui alla fine della stagione?

"Vogliamo vincere un major, non ne abbiamo mai vinto uno. E portare a casa più trofei possibili, diamo importanza a tutte le manifestazioni. Giochiamo con un unico obiettivo: scrivere in positivo la storia del nostro club".

La Reggiana ha fior di campioni, eppure qualcosa non sta andando per il verso giusto. Che idea ti sei fatto?

"Una squadra che ha vinto la Champions League e subito dopo un major, totalizzando solo 2 incontri persi e un pareggio, non credo sia in difficoltà. Saverio Bari dispone di un organico di prima classe e di tantissime soluzioni, è in corsa per il campionato ed è a mio avviso sempre la squadra da battere... senza dimenticare che nel gruppo c’è Carlos Flores".

A quando le Fiamme Azzurre impegnate anche nello sviluppo di un settore giovanile?

"In questi due ultimi anni abbiamo concentrato le attenzioni sul nostro centro di allenamento in maniera ottimale e potendo disporre di una struttura molto bella. Con allenamenti mirati e continui abbiamo dato seguito in positivo a quello che era il progetto di sviluppare la nostra filiale, le Fiamme Roma. Ora ci stiamo concentrando con intensità sul gioiello di casa, Alessio Picchi. Ma non nascondo che nei nostri programmi c’è l’intenzione di sviluppare anche il settore giovanile. Molto presto il progetto diventerà concreto".

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