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Ciano: "Nuove regole, ridare bellezza al Subbuteo"

Addio spazzata multipla. Addio attesa sulle rimesse laterali. Addio equivoco sulla difensiva (“Ce l’ho o non ce l’ho?”) dopo un’infrazione. E qualcos’altro ancora. L’estate del 2014 del calcio da tavolo Subbuteo, oltre che per i tormentoni di mercato, sarà ricordata per le innovazioni regolamentari approvate (con una maggioranza schiacciante) dai Paesi membri della Fistf. Una votazione, in Belgio, a cui si è arrivati dopo un lavoro lungo oltre un anno. Una commissione internazionale ha elaborato una serie di cambiamenti per cercare di restituire al gioco velocità e gradevolezza, nella speranza di limitare perdite di tempo. Le proposte provenienti dai vari componenti del gruppo, sono state analizzate, spacchettate, ragionate, modificate, cambiate, provate. Un anno di ragionamenti e di proposte. Con la difficoltà non indifferente che i membri della commissione erano lontani uno dall’altro migliaia di chilometri e per comunicare non potevano usare (nella maggior parte dei casi) la loro lingua madre. Centinaia e centinaia di e-mail, di documenti scritti e riscritti, di telefonate e riunioni virtuali. Alla fine la commissione ha elaborato un testo di 11 proposte (sulle oltre 20 prese in esame) che andavano in parte a modificare regole esistenti, in parte a correggere piccoli particolari della complessa normativa sportiva del nostro gioco. Appena il documento si è diffuso, è scoppiata l’inevitabile bagarre tra pro e contro. Un po’ in tutti i Paesi, in particolare in Italia, dove subbuteoforum.it e Facebook sono diventati il fulcro di un dibattito senza peli sulla lingua. A mettere un punto definitivo sulla questione è stata l’assemblea dei Paesi membri della Fistf che a schiacciante maggioranza ha approvato il documento e di fatto aperto una nuova era regolamentare.

Come è stata coinvolta la Fisct in questo intenso lavoro? Giova ricordare che la Federazione si avvale di una commissione nazionale per il regolamento e la casistica del Subbuteo. Ne fanno parte Emanuele Licheri, Massimo Ciano, Augusto Vagnoni e Lucio Canicchio. Ciano è anche il delegato federale per i rapporti internazionali. Inizialmente è stato Licheri a far parte del gruppo di lavoro Fistf, poi per motivi di tempo ha dovuto lasciare ed al suo posto è subentrato proprio Massimo. Ma la Fistf è andata oltre ed ha voluto che l’Italia fosse ulteriormente rappresentata e dunque Drazinakis, che coordinava i lavori, ha coinvolto anche Stefano De Francesco. E’ iniziata una attività talmente intensa che Stefano quantifica in oltre 100 le ore trascorse al telefono con il solo Ciano. Quest’ultimo si è sobbarcato il complesso compito di tradurre parola per parola dall’italiano all’inglese e viceversa tutti i documenti che si scambiavano i membri della commissione. Una mezza impresa.

Se la maggior parte dei giocatori e dei club ha salutato con grande entusiasmo le novità, c’è stato chi non ha lesinato critiche e attacchi anche sferzanti. Massimo Ciano non ha quasi mai replicato, soltanto in rare occasioni ha cercato di dire la sua. Per lo più ha evitato. Per non aggiungere polemiche su polemiche e soprattutto perché il lavoro andava completato nelle casistiche e nelle spiegazioni e il tempo stringeva. Adesso che il regolamento entra in vigore, ci è sembrato giusto dare la possibilità a Massimo Ciano di spiegare quale è stata la filosofia alla base dei cambiamenti, come ci si è arrivati e perché, come ha lavorato la commissione. E’ un’intervista lunga, che però vale la pena leggere, anche perché vengono svelati particolari anche inediti sulla vicenda.

LA GRANDE BELLEZZA

Il titolo del film di Paolo Sorrentino e Toni Servillo sembra fatto apposta per cominciare la chiacchierata, quando le 22 sono passate da un pezzo.

“Il nostro scopo - esordisce Ciano - era restituire bellezza al gioco. Circa l’80 per cento dei tesserati si lamentava per il fatto che era diventato brutto e soprattutto noioso. La commissione ha operato proprio con la convinzione di ridare bellezza alla disciplina. Abbiamo lavorato un anno intero e alla fine abbiamo inserito pochissime novità che ci auguriamo rendano più divertenti e corrette le partite”.

Forse la novità saranno pochissime, ma in alcuni casi sostanziali.

“Alla fine le modifiche vere e proprie sono 4 o 5. Alcune di comprensione immediata, come il non dover attendere la mossa difensiva sul fallo laterale. L’unica modifica che ha una curva di apprendimento un po’ più alta è quella sulla cosiddetta spazzata che costringerà a cambiare un po’ il modo di giocare e interpretare la manovra offensiva”.

LA SPAZZATA

E’ proprio questa la novità che ha acceso maggiormente le discussioni tra i favorevoli e i contrari.

“Per limitare la spazzata abbiamo pensato almeno a quattro o cinque ipotesi diverse. Io non ho fatto mai mistero di come la penso. In linea puramente teorica, l’ideale sarebbe lasciare al giudizio dell’arbitro la decisione: se il colpo è volontario e violento si fischia il fallo, in caso contrario si lascia correre. Ma siamo sinceri: quanti arbitri sanzionerebbero? Sappiamo che quando c’è la discrezionalità si tende a sorvolare sui comportamenti scorretti: quanti arbitri puniscono un giocatore perché parla durante le partite? Quanti perché spara la pallina sulla mano di un difensore? Quanti fischiano i tocchi sporchi o non corretti? Lasciare la discrezionalità all’arbitro, dunque, rischiava di rendere inefficace la modifica e quindi abbiamo varato la regola come è stata poi diffusa”.

Non c’erano proprio altre soluzioni?

“Ripeto, ne abbiamo valutate almeno cinque ma questa ci è sembrata la migliore. Ad esempio concedere una difensiva aggiuntiva ad ogni spazzata, non avrebbe risolto perché con una sola spazzata si possono spostare diverse miniature avversarie. Inoltre avremmo rallentato ulteriormente il gioco”. 

Il dibattito sul forum italiano è stato intenso e a tratti acceso.

“Ho seguito, ma non sono intervenuto perché l’impegno è stato notevole e rispondere personalmente anche a tutte le istanze sul forum sarebbe stato uno stress infinito, viste le ore ed ore trascorse a parlare in inglese con gli altri membri della commissione internazionale. Non vi sto a raccontare tutte le ipotesi che abbiamo pensato e valutato”.

Il confronto tra i tesserati spesso si è incagliato sul concetto “spazzata gesto tecnico sì” o “spazzata gesto tecnico no”.

“Quello che mi preme sottolineare è che personalmente non ho mai detto che il gesto sia antisportivo. Ma è brutto da vedere. Bruttissimo. Lo spirito del Subbuteo prevede che con le tue miniature devi costruire azioni, non spaccare le difese degli altri. Si potrebbe obiettare: ma perché allora il regolamento originale non sanzionava chi dopo aver toccato la palla finiva con la propria miniatura contro quelle avversarie? Perché in origine i materiali non permettevano la spazzata e quindi il contatto tra omini era per lo più fortuito o comunque non cercato per distruggere l’impostazione tattica dell’avversario. Purtroppo la spaccata è un male figlio degli esasperati materiali moderni, che restano il problema principale. All’inizio, anni fa, si sarebbero dovute mettere limitazioni più stringenti ed evitare che nascessero basi con un piatto di 17 millimetri, un’altezza di appena 5 e uno smusso accentuato. In pratica pedine da dama”.

Invece di cambiare le regole non sarebbe stato più semplice modificare i materiali?

“In linea teorica sì. Agendo sui materiali avremmo risolto il problema alla radice. Ma avrebbe significato mettere le mani nelle tasche dei giocatori e questa non è una cosa fattibile. Non puoi andare da uno e dirgli “questo materiale con cui hai giocato sino ad ora non è più regolare”, non sarebbe giusto. E quindi non rimaneva che agire sulle regole. Credo che nemmeno per il futuro sia ipotizzabile una revisione del materiale per il calcio da tavolo Subbuteo”.

Chiudiamo il discorso spazzata… 

“Lo faccio raccontando un episodio personale. Un paio di anni fa giocavo in un torneo nazionale contro uno dei tesserati italiani che usano questo colpo in maniera sistematica. Ad un certo punto lui era sulla mia trequarti e continuava a cercare di entrare con il suo metodo: picchiava sulle mie miniature ed io con le difensive cercavo di ricostruire la difesa. Siamo andati avanti per un po’, ad uno certo punto ho sbagliato clamorosamente una contromossa. A quel punto lui aveva un corridoio enorme che portava dritto dritto verso la mia porta. Ho tremato. Ma non ne ha approfittato. Non perché non avesse i colpi per entrare e nemmeno perché non si è fidato delle sue capacità. Semplicemente, impegnato in quel suo modo di giocare, non si è nemmeno reso conto dell’occasione che gli si era prospettata. Non l’ha proprio vista. Ecco, spero che situazioni così si verifichino molto meno”.

ATTESE ADDIO

Veniamo alla possibilità di non far fare le mosse al difensore su rimesse laterali e punizioni e alla ripresa del gioco senza attesa. A nostro avviso i cambiamenti che più influenzeranno il gioco.

“Esatto. Molti ancora non l’hanno capito, ma la vera rivoluzione è proprio questa. Il male principale del Subbuteo moderno, infatti, è rappresentato dalle troppe attese. Dover aspettare il marcamento difensivo generava enormi perdite di tempo. Se eri sotto nel punteggio e beneficiavi di una rimessa laterale a 15 secondi dalla fine, potevi metterti l’anima in pace, smettere di giocare e stringere la mano all’avversario. Non avevi proprio modo di sfruttare quei secondi, nemmeno rinunciando alla tua mossa: prendere l’omino per battere, muovere, far muovere l’avversario, battere, attendere la difensiva. I secondi passavano tutti e 15, forse anche qualcuno di più. Adesso puoi non muovere e appena l’arbitro chiama la ripresa del gioco, i 15 secondi li sfrutti tutti. Cancellare le pause e i tempi morti: è questa la rivoluzione vera”.

IL “CASO” CARTELLINI

Si mormora che ci siano state anche idee non accolte dalla commissione…

“Sì, come ad esempio non poter più tornare indietro nella propria metà campo una volta superata la linea di centrocampo. Le proposte inizialmente erano una ventina, alla fine ne sono state approvate 11 di cui solo 5 sostanziali”.

Lei ha avanzato proposte che sono state rigettate?

“Io avevo suggerito di rivedere l’uso dei cartellini. Adesso il giallo di fatto non ha alcun valore, l’arancione comporta l’esclusione del portierino, il rosso l’espulsione e la conseguente sconfitta. Proponevo di ridurre i cartellini a due. Giallo con esclusione del portierino e rosso con espulsione. E stato detto che era una scelta che avrebbe dovuto coinvolgere la commissione disciplina. Riproporrò in futuro la modifica”.

Ma perché la commissione continuerà a lavorare?

“La mia idea, già comunicata alla Fistf, è quella di non fermarci perché sia chiaro: non è che adesso abbiamo risolto tutti i problemi. Dobbiamo tenere presente che il nostro è un gioco complesso. Magari si potranno generare situazioni che non abbiamo verificato, casi particolari. L’idea è quella di pubblicare ogni anno un aggiornamento del regolamento che chiarisca i dubbi sorti durante la stagione. Insomma cercare di diventare uno sport normale. Non si può giocare con un regolamento scritto dieci anni prima in cui le situazioni dubbie vengono risolte con comunicazioni tramandate verbalmente. Una volta posta la base, devi smussare gli angoli. Accade un caso dubbio? Viene segnalato alla commissione che individua la soluzione e la rende definitiva e ufficiale nella casistica dell’edizione seguente. Credo che ci sarebbe un ulteriore vantaggio: forse invoglierebbe i giocatori a leggere più spesso il regolamento per capire cosa è cambiato. E sarebbe un bene”.

Quindi la nuova frontiera è una commissione internazionale permanente?

“C’è anche un’altra idea che si sta facendo strada tra gli appassionati di regolamento dei vari Paesi. E’ quella di rivedere il regolamento da capo a piedi. Riconsiderarlo strutturalmente, perché è prolisso, scritto male, su alcuni punti poco chiaro e in alcuni casi la stessa regola è addirittura ripetuta più volte. Al di là del contenuto è proprio impostato in maniera confusionaria”.

LA CLASSE ARBITRALE

Il problema resta la mancanza di una classe arbitrale.

“Questo è sicuro. Negli altri sport a conoscere alla perfezione le regole e ad applicarle non sono i giocatori, ma gli arbitri. Gli atleti spesso non sanno nemmeno loro nei dettagli le norme dello sport che praticano: c’è il giudice che decide. Per noi è diverso: chi gioca è chiamato anche ad arbitrare. Per questo è importante che tutti conoscano bene le norme. E’ innegabilmente un male che chi gioca deve pure giudicare, anche perché spesso non ha polso per prendere provvedimenti o sanzionare. Purtroppo al momento è pura follia pensare ad una classe arbitrale autonoma”.

APPLICARE TUTTE LE REGOLE

Da molte parti arriva la richiesta di togliere il più possibile la discrezionalità all’arbitro.

“Dove si può lo facciamo, ma ci sono situazioni in cui è impossibile e il giudizio dell’arbitro è decisivo. Tanti ci chiedono di semplificare il gioco e l’operato di chi arbitra, ma non è semplice. Il Subbuteo è una disciplina complicata di per sé, dove due giocatori in poco più di un metro quadro muovono ventidue miniature e senza attendere. E’ naturale che sia complesso. Per risolvere tanti problemi bisognerebbe vietare di giocare la palla in movimento e costringere l’attaccante ad aspettare il difensore. Vogliamo questo? Sarebbe la morte del gioco. Anzi, la discrezionalità arbitrale è importante e andrebbe esercitata. Quante volte abbiamo visto un arbitro concedere un minuto di recupero? Eppure è previsto dal regolamento. Giochi per 15 minuti in maniera esasperatamente lenta? Impieghi più tempo del previsto per le mosse? Ti ammonisco, arrivo alla fine della partita e do un minuto di recupero. Che c’è di male? Negli sport a tempo, come il calcio, è considerato naturale. Quante volte un giocatore viene ammonito? Raramente per proteste, mai per falli ripetuti o volontari, mentre il regolamento lo consente. Il fatto è che chi arbitra preferisce non prendersi responsabilità.”.

Approfitto. Un pallino personale: quando arriveremo a vedere partite di Subbuteo come quelle del biliardo, in cui i giocatori semplicemente stanno zitti? 

“La regola c’è e basta applicarla. E’ la “10.7 condotta scorretta”. E’ molto chiara e stabilisce perfettamente cosa un giocatore può dire o fare durante una partita e cosa no. Vale anche per la pulizia del tocco: tanti si lamentano, ma quanti sanzionano quando arbitrano?”.

Concludiamo con un ultimo accenno alle polemiche, questa volta quelle internazionali…

“Quando la Fistf ha chiesto collaborazione per il lavoro della commissione, molte nazioni se ne sono disinteressate. Noi siamo andati avanti, abbiamo lavorato a lungo e con grande attenzione. Ora sono tutti dietro le tastiere a scrivere. Dove erano quando si poteva e doveva partecipare?”.

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