BATTAGLIA: "ECCO LA FISCT CHE LASCIO"

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Beppe Battaglia, presidente uscente Fisct
Intervista di fine mandato a Beppe Battaglia, presidente uscente della Fisct.

Il tuo mandato termina in anticipo per le tue dimissioni a causa della nota vicenda della passata gestione della segreteria. Perché il voto quasi compatto dell'assemblea che ti chiedeva di restare comunque alla guida della Fisct non è bastato a convincerti?

"Perché ho ritenuto che nonostante la larghissima fiducia, di cui ringrazio di cuore, il movimento avesse bisogno di una “scossa” alla luce di tutte le vicende degli ultimi periodi. Quando alcune situazioni tendono a cronicizzare la soluzione migliore non è porre rimedio ma azzerare e ripartire".

Cosa ci ha insegnato la vicenda della segreteria e come porre rimedio per il futuro?

"Non è pensabile che la gestione dei conti sia in mano ad una sola persona. Ho ereditato da questo punto di vista una situazione in cui chi doveva passarmi le consegne è scomparso, chi aveva in mano le chiavi di accesso ai conti si è rivelata una persona disonesta nonostante godesse della fiducia incondizionata dell’intero movimento e chi aveva, per mansione, il dovere di controllare non lo ha fatto. Le soluzioni sono quelle che abbiamo già messo in atto col nuovo tesoriere: affidare la contabilità ad un professionista esterno (che poi ha scoperto le “irregolarità”) e un reciproco accesso ai conti tra tesoriere e presidente affinché ognuno possa controllare in maniera indipendente".

Sono stati comunque anni di presidenza molto intensi. Ci puoi riassumere brevemente gli aspetti che ti hanno soddisfatto di più e perché?

"Di cose ne abbiamo fatte tante ed abbiamo speso molte energie. A partire dalla nuova immagine di noi che abbiamo dato all’esterno, passando per l’allestimento del centro federale e l’organizzazione di quello che ritengo uno dei più bei mondiali di sempre. E ancora: il progetto scuola, le categorie esordienti, l’apertura al movimento Old e la ristrutturazione completa dei siti della federazione, con il lancio di italiasubbuteo.it. In questi due anni hanno parlato di noi le più importanti testate giornalistiche cartacee e radiofoniche fino ai servizi sulla Rai. Purtroppo nella vita è fisiologico considerare, dopo un po', scontati i miglioramenti ottenuti. Invito i tesserati a ricordare cosa erano gli eventi della Fisct fino a due anni fa. Ormai vengono dati per scontati strutture alberghiere di qualità (e comunque ampissima scelta), contributi dell'amministrazione comunale, tempi certi dell'evento, musica, diretta web, assistenza sanitaria, servizio hostess, punti di ristoro... Tutto questo, semplicemente, prima non c'era. E' innegabile".

Su quali aspetti si sarebbe dovuto fare di più e come?

"Di progetti in essere ce n’erano ancora tanti. In questi casi si paga dazio per il fatto che siamo tutti volontari ed il tempo da poter dedicare al Subbuteo è poco rispetto a quello che meriterebbe. Se dovessi sceglierne uno direi che ho il grosso rammarico di non essere riuscito a concludere la istituzione degli Istruttori Federali che pur era in stato avanzato. Lo ritenevo e lo ritengo tuttora un passaggio fondamentale per approcciarsi all’esterno come vera disciplina sportiva e sarebbe una vera svolta".

Come al solito ci accingiamo ad una tornata elettorale in un clima di polemiche e di veleni. Da presidente uscente, come giudichi questa situazione?

"Siamo lo specchio del Paese, purtroppo. Tutti abbiamo la bacchetta magica e gli altri fanno solo disastri. La realtà è che ognuno di noi ha ambizioni personali ed ognuno di noi ha il suo "prezzo". Che siano i milioni di un appalto pubblico o cinquemila euro presi da un conto corrente o un incarico ufficiale in una associazione come la nostra... Io non sono mai stato un politico e quindi non sono mai sceso a compromessi. Con nessuno. Forse ora invece c’è bisogno di maggiore diplomazia, dote che io in realtà ritengo di non possedere".

Quali sono state nel corso di questi anni le difficoltà maggiori che ha incontrato il direttivo da te guidato?

"Per quanto mi riguarda, all’interno del Direttivo sicuramente quello di essermi dovuto rapportare con alcune persone radicate su una gestione individualistica dell’Associazione e poco propense al cambiamento, mentre all’esterno... pure! Tante ingerenze e tante pressioni senza però mai mettere direttamente la propria faccia come ritengo di aver fatto io nel bene e nel male. E pochi altri insieme a me".

A distanza di qualche mese, ci puoi spiegare nei dettagli come andò la vicenda delle nomine dei commissari tecnici?

"Di questa cosa se ne è parlato molto e tutti sanno quello che è veramente successo. Comunque alla base della decisione di rinnovare il settore della nazionale c’era la volontà di dare un segnale di netto cambiamento per non continuare ad alimentare i “rumors” di ingerenze esterne sulle convocazioni. Il problema è stato che qualcuno al nostro interno ha alimentato attese e speranze di altri tesserati che ambivano a quella posizione e che tutto poi è precipitato quando queste aspettative sono state disattese".

L'esternalizzazione della giustizia sportiva era nei tuoi programmi. Per quali motivi non siete riusciti a varare la riforma?

"Avevo portato in assemblea la scorsa primavera una proposta di modifica ai regolamenti che sarebbe servita ad iniziare questo processo. Quella sera i club presenti in assemblea erano pochissimi e alcuni decisero di non votarla non facendola passare. La cosa buffa è che alcune di quelle stesse persone che votarono contro, ora ne parlano favorevolmente, se non addirittura come una cosa da cui non si potrà prescindere. Se già allora avessero dato parere favorevole, il nostro sistema di giustizia sarebbe già diverso".

Quale è l'eredità che lasci al tuo successore e secondo te su cosa dovrà lavorare in particolare nei prossimi mesi?

"Questo direttivo ha preso la Fisct che aveva circa 850 tesserati e 62 squadre e la lascia con ben più di mille tesserati e 83 squadre, più alcuni Enti Aggregati, entità mai costituite prima d’ora. Ha fatto breccia nel difficile mondo dell’old e inoltre tutto quello che ha fatto, lo ha realizzato lasciando in cassa praticamente la stessa somma che aveva trovato, nonostante le note e tristi vicende. Il giudizio finale ovviamente lo lascio agli altri. Il problema principale del mio successore invece sarà quello di tenere unita la Fisct, facendo capire che non siamo una comunità di milioni di praticanti e che quindi un solo tesserato perso è una sconfitta per tutti e che bisogna lavorare per il bene comune. I segnali distensivi di questi ultimi giorni comunque mi lasciano ben sperare".

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