di Alfonso Matrone
In questo decennio ho avuto la fortuna di attraversare tutte le categorie, dall'interregionale di Serie D (2009) alla Serie A (2015). Dal punto di vista tecnico ogni campionato è diverso dagli altri, anche se le emozioni e lo stress agonistico di chi lo vive è lo stesso. Tuttavia, a mio modesto parere, la serie cadetta resta quella più affascinante sia per il maggior equilibrio tra le squadre contendenti, sia perché l'agonismo non raggiunge l'esasperazione a tratti insopportabile della massima serie.In genere già dopo poche giornate i campionati si caratterizzano dal fenomeno della "stratificazione". Le squadre tendono a suddividersi in tre tronconi: il gruppo di chi si contende le posizioni di vertice, il gruppo di chi lotta per la salvezza e le compagini di centro classifica, che dopo tre quarti di campionato non avendo più obiettivi da perseguire si trascinano fino alla fine, a volte condizionando, in maniera inconsapevole, la lotta per non retrocedere.
La Serie B il più delle volte si sottrae a questa regola, restando incerta fino all'ultimo secondo dell'ultima partita, dove spesso primeggia non chi è superiore tecnicamente ma chi esibisce nervi d'acciaio nei momenti topici.
Quest'anno il campionato cadetto di Subbuteo calcio da tavolo (girone d'andata in programma sabato 21 e domenica 22 novembre a San Benedetto del Tronto) sembra addirittura ancor più indecifrabile, dato l'alto numero di squadre solide, ben assortite e con un'"anima". In questo contesto il concetto di "gruppo" costituisce ancora il valore fondamentale dei club, che nel passaggio alla massima serie spesso si è costretti a barattare in nome di una speranza di salvezza.
Una prima considerazione sulla competizione di quest'anno è che non è possibile individuare le cosiddette "squadre cuscinetto", ovvero quelle destinate alla sicura retrocessione, che aiutano a sedare paure ed ansie ai giocatori che militano nelle squadre della fascia medio/bassa della categoria. Sarebbe gravissimo sottovalutare le neopromosse Pierce14 e Firenze, che oltre alla presenza di giocatori esperti come Paolo Zambello, Dorato, Toni e Bonciani, possono contare su un collettivo rodato e ben organizzato. Probabilmente non sono ancora attrezzate per il salto di categoria ma possono senza dubbio aspirare ad una posizione di centro classifica.
Una seconda riflessione riguarda la consistenza numerica delle rose. Il campionato alla lunga erode energie sia a livello fisico, sia a livello mentale, soprattutto perché molti giocatori non sono abituati alla gestione di tornei lunghi. Negli ultimi anni non è stato raro assistere a crolli clamorosi dopo avvii scoppiettanti oppure a clamorose sconfitte agli spareggi. Per ovviare a questo tipo di rischio è importante avere in rosa almeno sei giocatori interscambiabili, per assicurare un minimo di turn over tra partite ed arbitraggi. Mi sembra che da questo punto di vista Ferrara e Serenissima Mestre, che comunque si presenteranno con un quartetto base di alto livello, siamo meno attrezzate di altre. Ovviamente non escludo di essere smentito.
Quindi, alla luce delle precedenti considerazioni, a mio parere per le posizioni che contano sarà bagarre ad otto, una lotta "punto a punto" giocata sulla leva motivazionale e sulla resistenza emotiva più che sul piano puramente tecnico. Pertanto, volendo disporre le squadre su una ideale griglia di partenza, ho privilegiato la consistenza delle rose e l'abitudine alla gestione emozionale di una lunga competizione. Per tal motivo colloco le due squadre retrocesse dalla serie maggiore, Cct Roma e Napoli Fighters, e Black Rose e Brescia in prima fila. Quest'ultima, grazie all'innesto di Francesco Torano su una struttura già solida, potrebbe rappresentare la vera sorpresa del torneo.
Grosseto, Lazio, Stabiae e Catania dal punto di vista tecnico esibiscono le stesse garanzie delle prime quattro ma dovranno trovare quella continuità di rendimento la cui mancanza ha condizionato il loro percorso nell'ultimo campionato. I presupposti ci sono tutti.
Per vincere il campionato saranno fondamentali soprattutto tre qualità di squadra:
1. Il rendimento dei giocatori cosiddetti "mediani". Saranno loro a determinare l'esito del campionato della loro squadra più delle prestazioni dei giocatori di "punta". Negli incroci "mediani-mediani" si decideranno molte sfide;
2. Nervi saldi. Negli inevitabili momenti negativi sarà decisivo trovare la forza di reagire e non cedere allo sconforto, con inevitabile decadimento prestazionale;
3. Resistenza emotiva. Chi arriverà nelle migliori condizioni psicologiche all'ultima giornata ed agli eventuali play off avrà le maggiori chance di primeggiare.
In conclusione: credo che centreranno gli obiettivi le squadre che riusciranno a gestire meglio l'aspetto emotivo ed a centellinare le risorse psico-fisiche, ovvero chi mostrerà di avere un "cuore forte".