• Home
  • Notizie
  • Mondiali, Vezzali: "Portate il Subbuteo nelle scuole"

Mondiali, Vezzali: "Portate il Subbuteo nelle scuole"

di Cesare Natoli

Valentina Vezzali, lei ha vinto tutto nella sua disciplina sportiva,contribuendo a diffonderla ulteriormente, specie tra i giovani. Cosa sente di dire a coloro i quali si avvicinano alla pratica di uno sport ancora minore come il calcio da tavolo?

vezz
Valentina Vezzali, pluricampionessa di scherma
"La passione, il divertimento e la voglia di migliorare i propri limiti appartengono a tutti gli sport, maggiori e minori, se vogliamo usare questi termini. Il calcio da tavolo può essere, come altri, occasione di crescita umana, di socialità e anche di impegno agonistico; per questo invito chi lo pratica a dare sempre il massimo e vivere il proprio sport con la stessa dignità e lo stesso orgoglio di chi si cimenta con attività più visibili al grande pubblico. Se parlano poco di voi non vi preoccupate, andate avanti, vincete, divertitevi e tutto il resto verrà da solo".

Prima di essere la madrina della World Cup 2015, aveva mai avuto contatti, anche indiretti, con il Subbuteo?

"Io appartengo alla generazione che ha visto esplodere il gioco del Subbuteo in tutte le case. Ho visto amici e coetanei appassionarsi e portare avanti sfide interminabili, con i panni verdi stesi ovunque. E' un gioco che fa parte dell'immaginario di chi oggi ha tra 40 e 50 anni e questa è la vostra grande forza comunicativa. Quando mi hanno chiesto di essere presente ai mondiali non ho esitato a dire sì, anche perché ho scoperto che, oltre a essere cresciuti noi adulti, ci sono tanti ragazzi e un bel gruppetto di ragazze che praticano il calcio da tavolo".

La federazione italiana sta portando avanti un progetto di diffusione di questa disciplina anche nelle scuole. Crede che il subbuteo possa avere delle potenzialità didattiche, specie dal punto di vista dell'attenzione, della concentrazione e della destrezza manuale?

"Il Subbuteo può aiutare molto il mondo del calcio a essere più vicino alle persone e alle famiglie. Riproducendo il gioco in miniatura può aiutare i ragazzi e i bambini a scaricare tante energie represse e favorire il rispetto delle regole e la socializzazione. E poi osservando qualche partita ho notato delle affinità con il biliardo, quindi la necessità di sviluppare doti di precisione e concentrazione. Sicuramente può essere una bellissima iniziativa da portare nelle scuole, anche nelle città dove il tifo calcistico è sentito maggiormente.

Quale impressione ha avuto dal contatto con il microcosmo del Subbuteo?

"Mi ha colpito l'entusiasmo e la voglia di continuare a giocare e divertirsi di tanti che hanno continuato a praticarlo nonostante non siano più gli adolescenti che giocavano negli anni 80. Ho visto piccole opere d'arte nella riproduzione delle squadre del cuore e poi ho scoperto un'Italia vincente, con autentici campioni di tutte le età. Sono davvero curiosa di conoscere di persona anche le ragazze italiane che praticano il calcio da tavolo e scambiare con loro un po' di impressioni e, perché no, dare qualche suggerimento per spronarle a vincere!".

Ma parliamo di lei. Quale vittoria, tra le tante della sua luminosa carriera, ricorda con maggiore affetto e intensità?

"Ogni vittoria è una conquista perché per arrivare a portare una medaglia al collo, dietro c'è sempre tanto lavoro: impegno, sacrificio. Se proprio devo ricordare una vittoria che mi sta a cuore è senza dubbio la mia prima medaglia d'ora vinta a nove anni ai campionati italiani svoltesi a Roma. Dopo la premiazione mio padre mi prese in braccio e mi fece volare in alto. Non dimenticherò mai quel momento così intimo".

Nel mondo dello sport, spesso è difficile parlare di 'cultura della sconfitta'. È possibile, secondo lei, far comprendere con efficacia ai giovani il valore formativo della sconfitta?

"Lo sport è una grande "palestra" di vita. Le sconfitte sono senza dubbio amare, ma sono anche quelle che ti fanno crescere veramente perché devi rialzarti con dignità e non mollare. Anzi, è proprio dagli errori che capisci dove hai sbagliato e dove devi intervenire per riconquistare quella autostima che serve a vincere la volta dopo".

Pensa che l'Italia e il Coni, sul piano dell'educazione alla cultura sportiva, facciano sufficientemente la loro parte? Viene da pensare, ad esempio, alla piaga del doping...

"Il Coni oggi ha la possibilità di parlare anche ai giovani che non praticano attività sportiva a livello agonistico poiché da qualche anno è presente nelle scuole con progetti finalizzati alla sensibilizzazione e promozione dell'attività sportiva. A mio parere ci vorrebbe ancora più attenzione, anche da parte delle istituzioni, sui temi legati allo sport, come avviene in altri stati. Il doping è una piaga da combattere certamente e a mio parere non servono soltanto più controlli ma soprattutto più informazione sugli effetti che il doping può provocare. Per quanto mi riguarda ritengo inconcepibile l'uso di sostanze dopanti perché verrebbe meno la mia concezione del valore sportivo e delle vittorie conquistate con il sacrificio".

All'impegno sportivo, oggi, ha aggiunto anche quello politico. Esiste una continuità tra le due cose? Su cosa si sta concentrando, in particolare, la sua attività?

"Non è assolutamente facile conciliare famiglia, attività sportiva e politica. Io mi impegno al massimo in tutto quello che faccio ma certo non è semplice . Ho dovuto riprogrammare tutta la mia attività di preparazione atletica e di palestra perché durante la giornata sono impegnata in attività parlamentare, quindi mi alleno in orari impossibili, ma se credi in quello che fai nulla pesa.

L'attività politica mi ha permesso di portare all'attenzione del Parlamento le tematiche in materia di sport, molto spesso trattate come fanalino di coda. Cerco di far capire che lo sport non è solo attività fisica e competizioni agonistiche. Dietro lo sport ci sono migliaia di associazioni sportive fatte di volontari, ci sono i valori che solo lo sport è in grado di trasmettere come ad esempio l'integrazione e la socializzazione. Lo sport produce ricchezza e risparmio in termini di spesa sanitaria perché con l'attività fisica svolta dai giovani e dai meno giovani consente di star meglio fisicamente. Molte sono le proposte di legge che ho presentato e auspico che un domani ci possa essere una legge che parla di sport a firma Vezzali".

Concludendo, quale è la cosa più preziosa che le ha dato lo sport?

"Lo sport mi ha fatto capire che nulla viene per caso. Per arrivare a degli obiettivi serve passione, rigore, impegno e sacrificio. Lo sport è fatto di regole e di rispetto nei confronti dell'avversario. Tutti questi ingredienti servono soprattutto nella vita e mi auguro di poterli trasmettere ai miei figli ed essere di esempio per molti giovani nel stimolarli a non abbandonare mai i propri sogni ma a lottare per quello in cui credono".

StampaEmail