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Italiani Cadetti, per Mandanici l'acuto più bello

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Il podio Cadetti: Mandanici sul gradino più alto
Non è mai semplice azzeccare un pronostico, figuriamoci agli assoluti di Subbuteo calcio da tavolo nella categoria Cadetti, quando il parterre si compone di atleti talvolta emergenti, qualche vecchia gloria che si mette ancora in discussione costruttivamente, l'immancabile outsider... ma mai come in quest'edizione gli "exit pool" della vigilia si sono rivelati poco attendibili! Si incarna il motto, un po' in stile Usa, "tutti devono avere la loro occasione..." e questo è stato. Il ragazzo venuto da lontano, vestito di giallorosso, timidamente in punta di piedi ha messo in riga tutti, sino a salire il gradino più alto del podio, dove ha finalmente liberato tutte le emozioni riposte dentro e si è sciolto in un sorriso misto di stupore e felicità.

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Ma torniamo alla fredda cronaca. Dai quattro gironi preliminari tutti i più accreditati avanzano compatti, soprattutto i più "attenzionati". Tra loro certamente Strazza (Black Rose '98 Roma) e Silveri (Fiamme Roma). Ma non si può comunque sottovalutare Massimo Conti (Lugo Roosters), che ha già vestito la casacca azzurra ai mondiali, oppure Della Monaca (Hawks Treviso). Tutti ambiziosamente proiettati verso il titolo.

Ma già al primo turno ad eliminazione diretta, gli ottavi di finale, qualcosa di strano nell'aria si comincia a percepire... a casa Andrea Di Pierro (Arabona Chieti) e lo stesso Della Monaca, per citarne un paio, vengono fuori i nomi inattesi di Mandanici (Messina) e De Pascale (Flickers Milano). Per il resto Maurizio Brillantino (Stradivari Cremona) piega di misura Michele Giudice (Livorno) mentre si dimezza drasticamente la pattuglia ascolana: se Migliori supera agevolmente Paolo Barone (Lazio Tfc), Troiani cede il passo all'esperto Conti.

Ai quarti la salita si fa più ripida, per tutti: Mandanici, alla prova del nove, si impone su Conti, Strazza prosegue il suo cammino superando Francesco La Torre (Messina), anche Silveri rispetta il pronostico su Brillantino e De Pascale azzera i bianconeri ascolani mandando a riposo Migliori. Tutti incontri tiratissimi, decisi di misura.

In semifinale i giochi sembrano fatti: dalle parti opposte del tabellone i due ormai divenuti i predestinati a giocarsi il titolo. Ma Mandanici e De Pascale cominciano a crederci e a fare sul serio, sono in ballo e vogliono gustarsi il palcoscenico sino alla fine. Con lo stesso punteggio si sbarazzano dei relativi avversari e a braccetto approdano all'atto conclusivo.

La finale è un alternarsi di emozioni, poi a Mandanici scatta l'interruttore, si accende la luce. Per De Pascale è solo nebbia, si arrende con l'onore delle armi. Per il ragazzo venuto da lontano, che ha macinato chilometri, varcato lo stretto in cerca di riscatto, attorniato dai suoi compagni è giunto il momento della consacrazione. Ha inseguito i suoi sogni e non vuole svegliarsi! Ma è tutto vero...

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