di Maurizio Cuzzocrea
Raccontare la Serie C 2014/2015 di Subbuteo è facile. E' sufficiente assegnare un 10 a tutte le squadre impegnate, che per la prima volta si affrontano in un campionato con gironi di andata e ritorno. Una prova di maturità e di crescita del movimento a livello nazionale, perché non risale a molti anni fa il ricordo di campionati di Serie C con forfait o assenze dell'ultimo minuto, nella serie che da sempre rappresenta il trampolino di lancio per i club che vogliono provare a inserirsi nella lotta per i vertici del calcio da tavolo italiano.Le modifiche al format da 10 squadre a girone unico, ormai consolidato da anni, ponevano dubbi a molti; alcuni sono stati risolti, altri restano aperti. La prima rivoluzione, portata dalla creazione di due gironi di Serie C, è stata la suddivisione delle squadre: non più il classico, rigido criterio geografico, ma un sistema misto. Il modello, nella sua prima applicazione, ha premiato la possibilità del confronto agonistico tra formazioni che raramente si affrontano durante i tornei a squadre della stagione - se si esclude la presenza di tutte e quattro le squadre calabresi nel girone B - ma il giudizio definitivo non può che essere rimandato alla formazione dei gironi per la stagione 2015/2016.
La distribuzione del livello agonistico delle squadre è sembrata abbastanza omogenea, ma il sospetto di un piccolo squilibrio lo hanno date le partite di spareggio. Tutte le squadre del girone B hanno prevalso su quelle del girone A e il dubbio potrebbe confermarsi il prossimo anno, perché già qualcuno si sta divertendo a simulare la composizione dei gironi. Operazione rischiosa, perché tutti sanno che al fischio finale dei campionati si scatena il mercato per la prossima stagione e ogni cosa può cambiare, dal numero di squadre, alla composizione delle formazioni. L'attesa per i verdetti finali è durata a lungo, anche se il girone di andata, in entrambi i raggruppamenti, aveva già fatto la selezione tra chi avrebbe lottato per la promozione e chi per la salvezza.
Tre promozioni in Serie B, seppur giuste nella quantità - nella serie cadetta da quest'anno anno cambiano 6 squadre su 12 tra promozioni e retrocessioni - penalizzano un po' troppo chi fino alla fine cerca di inserirsi nella lotta per il salto di categoria, limitando lo spareggio solo alle seconde classificate. Mentre il numero di retrocessioni, per ora, si sposa bene con l'attuale organizzazione della Serie D, categoria da sempre a forte rischio, ma che quest'anno sembra aver colto nuova linfa dall'entusiasmo dimostrato dalle associazioni capaci di costituire delle squadre filiali competitive e funzionali all'allargamento della base numerica dei campionati messa a rischio dal numero maggiore di squadre presenti nelle serie di vertice.