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Mondiali 2017: intervista a Paola Forlani, Capitano della Nazionale Ladies

 

PAOLA FORLANI

Manca meno di un mese ai Mondiali di Subbuteo e Calcio Tavolo che quest'anno si disputeranno a Parigi. In attesa di vedere giocare la Nazionale Italiana abbiamo intervistato Paola Forlani, Capitano della Nazionale Ladies, che ci ha raccontato come si stanno preparando le giocatrici e quanto sia importante "quel tocco di femminilità anche nei tornei di calcio tavolo".

Tra meno di un mese a Parigi si svolgeranno i mondiali di subbuteo e calcio tavolo. Cosa dobbiamo aspettarci dalla Nazionale Ladies?

“La Nazionale Italiana ogni anno che passa diventa sempre più solida e competitiva. Due anni fa, ai mondiali di San Benedetto, abbiamo fatto il colpaccio, battendo in finale le rivali storiche belghe. Lo scorso anno la stessa finale ci è scappata per un pelo. Si va a Parigi per vincere, questo è certo. Penso che la nazionale belga abbia ancora qualcosa in più rispetto alla nostra, ma il gap è quasi completamente chiuso. Il loro vantaggio nasce da un movimento femminile un po' più florido del nostro e soprattutto dalla presenza di Delphine Dieudonnè, numero uno di sempre e unica giocatrice ad aver vinto tornei internazionali open. Ma negli ultimi anni ha dimostrato di non essere imbattibile e le speranze delle avversarie si sono moltiplicate. Essendo le padrone di casa darei un occhio anche alle francesi, da sempre molto ostiche e combattive. Per l'individuale il parco delle pretendenti si estende anche a rappresentanti di altre nazionali, tant'è vero che lo scorso anno in finale sono giunte la portoghese Carolina Villarigues (che ha poi vinto il titolo) e la tedesca Victoria Busing. Noi italiane saremo lì per dare il massimo e provare a portare entrambi i titoli a casa”

 

Da chi è formata?

“A differenza della media dell'intero movimento nazionale, la Nazionale Femminile è formata da giocatrici complessivamente piuttosto giovani. Oltre a me, che per il secondo anno avrò anche l'onore e la responsabilità di essere il capitano della comitiva, ci sarà Giuditta Lo Cascio di Palermo, unica giocatrice italiana ad aver vinto un titolo mondiale (nel 2011, proprio a Palermo), Eleonora Buttitta, sempre di Palermo, artefice due anni fa della vittoria sulla Dieudonnè, che ha dato il titolo alla squadra azzurra, Giulia Brillantino di Cremona, campionessa italiana nel 2013, Sara Guercia di Napoli, vincitrice della Coppa Italia nel 2012 ed Helene Boniface di Aosta, solidissima giocatrice, ex calciatrici ad alti livelli, ancora in attesa del grande risultato che di certo arriverà presto”

 

Come si racconta la Nazionale Ladies?

“La storia del nostro sport insegna che in Italia il movimento femminile ha avuto una crescita a partire da metà degli anni 2000. Da quel momento il numero ed il rendimento delle giocatrici italiane è salito in modo costante. Da qualche anno a questa parte la Nazionale Femminile ha una sua struttura ben precisa. Ci conosciamo tutte molto bene, siamo amiche e rivali al tempo stesso, come in tutti gli sport. Il clima ai mondiali è sempre positivo. Da quando ne faccio parte (2010), non ricordo screzi tra di noi. E siamo tutte pronte a tifare per chi gioca con la maglia azzurra, senza invidie o frustrazioni. E vi assicuro che non è così scontato”

 

Come si sta preparando la Nazionale?

"In Nazionale abbiamo giocatrici di Aosta, Bergamo, Cremona, Napoli e Palermo. E' ovviamente difficile, per non dire impossibile, trovare il modo di vederci prima dei mondiali. Ogni giocatrice si prepara nelle proprie sedi. L'estate di mezzo non ci aiuta di certo a raggiungere il top della condizione per i mondiali, ma tutte noi facciamo il possibile per arrivarci”.

 

Qual è il contributo che danno le donne a questa disciplina, che diciamo...non è da considerarsi strettamente maschile?

“Sinceramente è un gioco che non ho mai considerato esclusivamente maschile, anzi... Ci vuole precisione e pazienza, qualità di cui non mi pare le donne siano deficitarie. Il fatto è che la molla che porta ed ha sempre portato la gente a giocare a calcio da tavolo è la passione per il calcio, ed in percentuale i maschietti sono in maggioranza. Il numero di giocatrici non è molto alto e questo vale anche per il resto del mondo. Penso però che un tocco di femminilità possa star bene in ogni cosa e quindi anche nei tornei di calcio da tavolo. Anche perché la passione è la stessa e la voglia di migliorare e di conseguenza di emergere è forse anche di più. Per una giocatrice il primo passo, all'interno di un movimento così prettamente maschile, è quello di essere considerata un 'giocatore' prima che una donna”.

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