di Luca Pini
Ci siamo. Se c’è una cosa che mi piace degli ultimi quindici anni della mia vita è questo momento. L’attesa che si veste di tensione, la preparazione dei dettagli, i pensieri e i sogni che tolgono spazio a tutto il resto. Si ferma il tempo e torni all’adolescenza, quando aspettavi il momento di aggregarti a qualcuno più grande per partecipare al Guerin Subbuteo.Sono cambiati materiali, regole e gli amici non sono più quelli di allora ma la contentezza di esserci è sempre quella, immutata, integra, solenne. Stasera due ore del mio Io saranno dedicate alla preparazione dei miei eroi. Tutto dovrà essere perfetto, ridurre al minimo gli imprevisti sarà il must di questo fine settimana. Non dovrà esistere alibi all’eventuale sconfitta né recriminazione per un obiettivo mancato. Dovrà essere un’equazione matematica. Domenica sera negli occhi nessuna ombra, solo la certezza di aver dato tutto, di aver fatto il possibile e anche l’impossibile. So che dove non arriverò io ci saranno i miei fratelli e quando qualcuno di loro sarà in affanno mi toglierò il sangue dalle vene per colmare il vuoto. So che affronterò avversari onesti e altri ai quali augurerò di finire la carriera giocando a badminton ma alla fine guarderò quel palazzetto con gioia e con una velata amarezza per doverlo momentaneamente abbandonare.
La leggera spensieratezza del gioco è sempre una bellissima sensazione ... a cinquant’anni è elevata all’ennesima potenza.